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Nel paesaggio inconfondibile del Lazio etrusco, il Parco naturale regionale Marturanum comprende un insieme di forre scavate da torrenti nei pianeggianti tavolati di tufo e colli argillosi a boschi e pascoli. Istituito nel 1984, ricade interamente nel Comune di Barbarano Romano in un'area collinare tra i monti della Tolfa e i rilievi che circondano il lago di Vico

Grazie alla scarsa antropizzazione e alla morfologia dei luoghi è una zona in parte selvaggia, dov'è emozionante scoprire le tracce del passaggio degli animali o esplorare ambienti solitari ammantati da una vegetazione lussureggiante. Quest'area protetta è costituita da due ambienti naturali nettamente distinti:

quello tipico delle valli fluviali, dette anche forre, scavate nel tufo dai torrenti e quello collinare, in parte ricoperto da boschi di querce e pascoli. Tra i luoghi più ricchi di vita presenti all'interno del Parco troviamo senza dubbio i corsi d'acqua che ospitano una grande quantità di anfibi in particolare è segnalata la presenza dell'ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus).

Contando le aree archeologiche, di grande suggestione a cominciare dalla necropoli di San Giuliano, le varie tombe tra cui quella del cervo che presenta una singolare scultura a bassorilievo raffigurante la lotta tra un cervo e un lupo e le altre testimonianze storiche si può parlare del Parco come di uno dei luoghi, nella regione degli etruschi e del paesaggio di origine vulcanica, più emblematici dello stretto connubio tra natura e cultura.

Altro parco di notevole bellezza è il Parco Regionale Valle del Treja, istituito nel 1982, interessa un territorio di circa 650 ettari situato nel medio tratto del fiume Treja, affluente di destra del Tevere. Ricade nei Comuni di Mazzano Romano e Calcata, rispettivamente nella Provincia di Roma e in quella di Viterbo. 

Il territorio del Parco è fortemente caratterizzato dal paesaggio delle forre, pareti verticali scavate nelle rocce vulcaniche dalle acque del fiume, circondate da dolci rilievi collinari coltivati a seminativi, orti, vigneti, uliveti e noccioleti. Il corso del fiume, nei punti di maggiore consistenza delle rocce in cui è scavato l'alveo, è interrotto da suggestive cascate grandi e piccole, tra cui spiccano quelle di Monte Gelato, in corrispondenza delle quali sorge un antico mulino ad acqua.

L'area per oltre la metà è coperta da boschi, quasi tutti di proprietà pubblica. La formazione vegetale più comune è quella dei boschi misti di querce. Lungo il corso d’acqua prevalgono le specie igrofile, ossia amanti dell’acqua, quali salici, pioppi e ontani, mentre sul bordo delle forre dominano le specie più termofile, quelle che amano gli ambienti più caldi, come lecci e bagolari. 

Nel “cuore” del Parco è presente una importante area archeologica. I più antichi reperti trovati nella zona risalgono all’età del bronzo e testimoniano una grande e antica vivacità culturale. Ancora oggi nel Parco è possibile ammirare i resti di numerose tombe, delle vie di comunicazione, dei cunicoli costruiti a scopo idraulico e di fortificazioni erette a difesa dell’antica città di Civita Castellana.

Il Parco Valle del Treja è visitabile in tutte le stagioni; il percorso lungo il fiume, con i suoi mulini e cascate, è particolarmente suggestivo e denso di significati ambientali, ma anche ricco di scorci e paesaggi di rara bellezza. I piccoli centri di Mazzano Romano e Calcata sono celebri per le loro caratteristiche posizioni, per le viuzze dei centri antichi, per i panorami particolarissimi.

A seguire si erge d'improvviso un'unica montagna solitaria e singolare: il Monte Soratte. Luogo affascinante e misterioso che da sempre ha stimolato la fantasia e la spiritualità grazie ai Meri, gigantesche voragini carsiche che si aprono a cielo aperto nella roccia. Queste spaventose fenditure, che compaiono d'improvviso in mezzo ad un bosco popolato da una flora ed una fauna ricche di specie, sono a lungo state credute la porta per il regno degli Inferi.

Se ora appare come un'isola terrestre nella valle del Tevere, in tempi remoti fu una vera isola del mare, quando nel corso del Pliocene tutte le zone circostanti vennero invase dalle acque marine. A testimonianza di quel periodo l'area circostante il rilievo è caratterizzata da sabbie e argille che si sono formate dai sedimenti marini.

Il monte Soratte è caratterizzato da una vegetazione molto varia e differenziata in funzione dell’esposizione. Prevalgono le formazioni a bosco e boscaglia. Sul versante nord ovest, più freddo, si trovano boschi caduchi con presenza di carpino nero, orniello,acero minore, misti a specie sempreverdi come il leccio. Sul versante sud est, più caldo, si hanno specie della macchia mediterranea con leccio, acero minore, terebinto.

La vocazione religiosa del Soratte è nota fin dall'antichità, quando il monte si configurò come luogo di culto per eccellenza delle popolazioni preromane (Sabini, Capenati, Falisci, Etruschi). Questa peculiarità continuò anche in età romana (culto di Soranus Apollo) e nel Medioevo, quando il Soratte fu sede del monastero di S. Silvestro dove si possono ammirare affreschi di carattere votivo. A partire dal XV secolo fiorirono anche una serie di eremi ancora oggi discretamente conservati.

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